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GIORGIO CICCARELLI

A luci spente, succedono a volte cose importanti. Lontano dai riflettori. Come scene fuori campo, eppure determinanti. È stata così un po' tutta la carriera di Giorgio Ciccarelli. 

Ha attraversato quattro decadi suonando con chiunque ed ovunque, in Italia e all’estero, a dimostrazione che si può essere grandi, nel rock, senza essere rockstar. 

Senza nemmeno volerlo essere. 

Già, perché Giorgio non è mai stato interessato alle luci della ribalta, ha sempre lavorato nell’ombra, eppure da quando ha imbracciato la chitarra, nei momenti topici della cosiddetta scena indie milanese, è sempre stato presente… con la sua prima band, i Colour Moves, dopo l’uscita del primo 45 giri nel 1986, ha partecipato al tributo ai Velvet Underground della storica etichetta Crazy Mannequin

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Era nel giro dell’altrettanto storica Vox Pop quando, con i suoi Sundowner, ha partecipato al tributo ai Joy Division edito da questa etichetta, con il brano “Dead Souls” (ripubblicato poi anche nel primo CD degli stessi Sundowner “Heliotrope”). 

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È entrato come bassista nei Carnival of Fools (con Mauro Ermanno Giovanardi alla voce) nel 1990, dando vita alla formazione più “estrema e delirante” di questo gruppo (memorabili i concerti tenuti a Brera occupata e di supporto ai Beasts of Bourbon). Sempre al basso nei Carnival, col pezzo “Shadow of a doubt”, ha partecipato al tributo ai Sonic Youth dell’etichetta Electric Eye di Claudio Sorge. 

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Negli anni ‘90 ha fondato i Sux! - band considerata dalla critica tra le più originali della scena rock italiana - pubblicando 4 dischi. Senza dimenticare i 15 anni di militanza negli Afterhours - una delle band rock più importanti d’Italia - che culmina con il suo contributo compositivo nel pluripremiato Padania, uno dei dischi fondamentali di questa storica band.

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Musicista eclettico, è stato capace di interpretare vari ruoli all’interno delle band in cui suonato, dal bassista, al chitarrista, passando per tastierista, cantante, nonché fonico. Oltre ai già citati Afterhours, Carnival of fools, Sux!, Colour Moves e Sundowner, ha collaborato con Maciunas, Giancarlo Onorato, Volwo, A Short Apnea, Echidna, Sebastian e molti altri…

 

Nel 2015, Giorgio ha intrapreso la carriera solista, facendo uscire da allora tre dischi a suo nome, sperimentando anche al di fuori della musica. 

 

Il suo primo disco “Le cose cambiano” (2015) percorre infatti la via dell’interdisciplinarità tra arti, nello specifico tra musica e fumetto. 

Ad ogni brano del disco corrisponde una tavola, un disegno, un fumetto, prodotto da 13 tra i più importanti artisti visivi italiani, Paolo Bacilieri, Alessandro Baronciani, Bruno Brindisi, Claudio Calia, Paolo Castaldi, Giorgio Cavanazzano, Alberto Corradi, Giuseppe Palumbo, Claudio Sciarrone, Sergio Tanara, Sio, Tuono Pettinato, Silvia Ziche, il tutto sotto la direzione di Tito Faraci (sceneggiatore, romanziere, nonché autore dei testi di Giorgio) e raccolto in un libretto allegato al disco.

 

Il secondo disco “Bandiere” (2018) - realizzato con il solo contributo dei suoi sostenitori attraverso un crowdfundig - mantiene una linea di continuità con l’esperienza interdisciplinare tra arti: all’interno è presente un acquerello di Paolo Castaldi che dà una libera interpretazione visiva dell’intero lavoro.

 

Nel terzo disco “Niente demoni e dei” (2021) la sperimentazione torna dalle parti della musica con la produzione artistica affidata completamente a Stefano Keen Maggiore (Immanuel Casto, Romina Falconi, The Andre) che dà una sterzata totalmente elettronica alle canzoni di Giorgio (con i testi sempre di Tito), mentre la contaminazione tra arti si traduce questa volta in un’opera del maestro Milo Manara in copertina.

 

Giunti al 2025, ecco che Giorgio Ciccarelli si ripropone con “A Luci Spente” il suo nuovo disco, il quarto da “solista”, sostantivo che mai come questa volta risulta essere appropriato. Infatti Giorgio ha composto, suonato, arrangiato, registrato, mixato e infine prodotto l’intero lavoro completamente da solo. 

In questa bolla di isolamento è potuto entrare solo l’ormai inseparabile socio in musica ed amico Tito Faraci, scrivendo testi di canzoni che non aveva mai sentito prima. 

Così, in un certo senso, anche Tito ha potuto operare a luci spente, libero, in una sorta di paradossale solitudine condivisa. 

Questo perché, fra Tito e Giorgio, c'era e c’è una piena sintonia di pensieri e sensazioni. 

Una visione del mondo comune descritta con parole spesso cariche di tristezza, di amarezza, di rabbia e di dolore.

Condividere per liberarsi e, allo stesso tempo, aiutare chi ascolta a farlo. 

Anche il più pesante fardello può risultare leggero, tollerabile, quando si scopre di non essere gli unici al mondo a portarlo. 

È forse questo il senso ultimo delle canzoni di questo disco. 

Il loro fine, la loro motivazione. 

Quello che, dalla sofferenza, porta a una speranza. 

Riaccende, in fondo, una luce.

 

Il disco è stato masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio Mastering 

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